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Osteoporosi

La patologia

L'osteoporosi si definisce come "una patologia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".
L’osteoporosi è essenzialmente dovuta alla perdita, nelle ossa, di calcio e sali minerali; questo fenomeno, in parte fisiologico, è conseguenza dei cambiamenti metabolici ed ormonali che si verificano con l'avanzare dell'età.

Si stima che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi. Solo in Europa, USA e Giappone, l'osteoporosi colpisce più di 75 milioni di persone. La tendenza all'allungamento della vita media con conseguente invecchiamento delle popolazioni, in mancanza di seri interventi di prevenzione, determinerà nei prossimi decenni un significativo aumento dei casi di osteoporosi.

Per definire meglio la patologia ed il relativo rischio di fratture rispetto a quadri clinici con limitata perdita di massa ossea (osteopenia) che possono verificarsi in condizioni fisiologiche, quali la menopausa e la vecchiaia, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha indicato, per il sesso femminile, una classificazione a punteggio, definita T score, dei valori di massa ossea ottenuti mediante l’esecuzione della densitometria (l’esame più utilizzato per valutare la densità della massa ossea).
Rispetto al valore medio della massa ossea, che viene raggiunto dalla popolazione sana alla maturità ovvero intorno ai 30 anni, si identificano quattro situazioni distinte:
- normale (T score compreso tra +1 e -1 Deviazione Standard)
- osteopenia (T score compreso tra -1 e -2,5 DS)
- osteoporosi potenzialmente a rischio di fratture per piccoli traumi (T score inferiore a -2,5 DS)
- osteoporosi conclamata (T score inferiore a -2,5 DS e presenza di fratture).

Nei primi 15-20 anni dall'inizio della menopausa, le donne vanno incontro ad una temporanea accelerazione della perdita ossea. La maggior parte della massa ossea viene perduta nei primi 4-8 anni dopo la menopausa, poi la perdita diminuisce notevolmente.

La fase di perdita ossea, seppur lenta, inizia all'incirca intorno ai 35 anni, continua costantemente fino alla vecchiaia, ed è responsabile dell'osteoporosi di tipo II. In questo tipo di osteoporosi, la riduzione della formazione ossea rispetto al riassorbimento determina un aumento della perdita ossea.
Nel 10-20 % delle donne, invece, si verifica un prolungamento della fase postmenopausale nella quale si verifica una perdita di massa ossea accelerata che determina l'osteoporosi di tipo I. Responsabile di questo tipo di osteoporosi, è la carenza di estrogeni che porta ad un aumento del ricambio osseo, con un riassorbimento maggiore rispetto all'osteoformazione.
Si può comprendere come, nei primi anni dall'inizio della menopausa, nelle donne si verifichino contemporaneamente entrambi i processi di impoverimento osseo, lento ed accelerato, i cui effetti di sommano tra di loro.

Le cause ed i rischi

Le cause possibili che determinano l’osteoporosi sono numerose ed, alcune delle quali, ancora sconosciute.

Il rischio di incorrere nell'osteoporosi è strettamente legato alla combinazione di tre fattori:
- l’età nella quale si raggiunge il "picco di massa ossea", solitamente intorno ai 25-30 anni;
- la velocità con cui procede la perdita di massa ossea che, inevitabilmente, inizia fra i 40 e i 50 anni, in particolare, per le donne, a partire dalla menopausa;
- la durata di questa perdita che, ovviamente, dipende dalla longevità dell'individuo e che, nelle donne, è tanto più lunga quanto più la menopausa è precoce.

La probabilità di sviluppare o meno l’osteoporosi dipende da differenti fattori di rischio. Alcuni sono più importanti di altri e, più alto è il numero di fattori di rischio presenti in un singolo soggetto, maggiore è la probabilità che il soggetto sviluppi osteoporosi.
I principali "fattori di rischio" per l'osteoporosi sono:

  1. fattori anagrafici e genetici: età, sesso femminile, razza bianca o asiatica, costituzione minuta, familiarità per osteoporosi o fratture da fragilità ossea;
  2. fattori ambientali: dieta carente di calcio, vita sedentaria, eccessiva magrezza, alimentazione iperproteica, consumo eccessivo di fibre non digeribili, eccesso di fumo, alcool e caffè, abuso di lassativi, immobilizzazione protratta;
  3. fattori ormonali e patologie endocrine: menopausa precoce (prima dei 45 anni), periodi prolungati di amenorrea (>di 1 anno), menopausa chirurgica (ovariectomia), iperparatiroidismo, ipertiroidismo, morbo di Cushing, ipogonadismi, iperprolattinemia;
  4. patologie varie: malassorbimento intestinale (Crohn, celiachia, ecc.), anoressia nervosa, insufficienza renale cronica, artrite reumatoide, epatopatie croniche, patologie ostruttive respiratorie croniche, mieloma multiplo, trapianti d'organo;
  5. uso cronico o prolungato di farmaci: corticosteroidi, eparina, anticonvulsivanti, antiacidi.

E’ chiaro che, su alcuni dei fattori di rischio non si può intervenire (sesso, età, razza), ma su altri certamente sì (dieta, attività fisica, uso di alcool e tabacco, ecc.).
Naturalmente, la presenza di uno o più fattori di rischio non significa che sicuramente si svilupperà la patologia ma che si è maggiormente predisposti.

Un corretto programma di prevenzione, basato su una dieta corretta e su una regolare attività fisica, può limitare i fattori di rischio e perciò ridurre significativamente i rischi di fratture ossee da osteoporosi.

I segnali ed i sintomi dell'osteoporosi

L'osteoporosi è una patologia difficile da riconoscere ed il più delle volte non dà nessun sintomo. Per questo è stata definita il "ladro silenzioso" perché ruba, per anni, senza farsene accorgere, il calcio dell’osso. Solo in alcuni casi, l'osteoporosi può accompagnarsi a dolore osseo che, però, spesso si confonde e si associa a dolori determinati da un'altra patologia molto frequente negli anziani: l'artrosi.

Il dolore legato a queste due patologie ha comunque una certa specificità. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, l'osteoporosi non dà nessun segnale premonitore e si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture "da fragilità ossea" dell'anziano: fratture di polso, coste, vertebre o femore; fratture che si verificano a seguito di traumi anche molto lievi e banali. Per evitare una sorpresa di questo genere, a una certa età bisogna valutare la propensione individuale all'osteoporosi analizzando i propri "fattori di rischio". In particolare, è importantissimo che questa valutazione venga fatta, meglio se con l'aiuto del medico, da tutte le donne che si avvicinano alla menopausa, specie se non si sono mai preoccupate prima della prevenzione dell'osteoporosi.
In presenza di fattori di rischio, o comunque verso i 65 anni, è consigliabile sottoporsi ad una misurazione della propria "densità minerale ossea" sottoponendosi alla MOC.

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